mercoledì 18 aprile 2018

All'ombra di Julius di Elizabeth Jane Howard: recensione

All’ombra di Julius
Review by Wuthering Heights










Gli scrittori di lingua inglese sono sempre stati i miei preferiti, sin da quando  ragazzina iniziai a leggere Charlotte Brontë e Jane Austen. Si sa che i primi amori adolescenziali sono destinati ad occupare un posto importante nella mente e nel cuore.

L’anno scorso ho scoperto Elizabeth Jane Howard, conosciutissima in Inghilterra e un po’ meno qui in Italia. Ho letto la saga dei Cazalet e me ne sono innamorata. Mi sono incuriosita della figura della Howard, donna bellissima, colta, infelice sentimentalmente, ma sopratutto sono rimasta incantata dalla sua prosa.

Il nove di aprile ( sempre per Fazi Editore ) è uscito in libreria All’ombra di Julius, romanzo auto conclusivo scritto in data precedente ai Cazalet. 

Di lunghezza media - infatti siamo sulle 300 pagine - nel romanzo sono alternati i punti di vista di cinque personaggi. 

Siamo negli anni sessanta, in Inghilterra, periodo in cui gli inglesi stanno finalmente lasciando andare il magro periodo della guerra vivendone comunque ancora gli echi. 
Esme, bella donna vicina ai sessanta, e le sue due figlie Cressida e Emma, passeranno il weekend nel Sussex. Insieme a loro due uomini: Felix, che Esme ha amato tanti anni prima, e Dan un giovane poeta piuttosto bizzarro. 

Questi personaggi si troveranno, in un modo o nell’altro, a fare i conti con l’ombra di un caro estinto. Julius, il marito eroico di Esme, che decise di fare la sua parte durante l’episodio di Dunkirk, andando all’avventura in mare aperto pur di salvare qualche soldato britannico da morte certa.
Ma cosa significa fare i conti con una persona che non c’è più? E, sopratutto, cosa si può trarre in merito di insegnamenti da un evento piccolo ( la morte di un caro ) all’interno di un macro evento come la seconda guerra mondiale?

Sono domande che passano in secondo piano, quando la penna di Elizabeth Jane Howard inizia a tracciare archi profondissimi in merito ai sentimenti dei personaggi.
La Howard è, a mio parere, una scrittrice dei sentimenti amari. Racconta la vita attraverso un circuito di delusioni, bellezze effimere, brevi passioni o grandi speranze. In questo modo disegna un ampio affresco che possiamo chiamare proprio - la vita.

Che i personaggi della Howard siano di nostro gradimento oppure no, non possiamo che trovarli umani, realistici, palpabili. In un modo o nell’altro sono vicini a noi, li sentiamo, e riusciamo ad immedesimarci nelle loro situazioni.

E’ ovvio, quindi, che domande importanti come: “E’ necessario rendersi utili, quando un intero popolo soffre?” Riescano ad essere oscurate da altri quesiti. Ad esempio: “Cosa posso fare per essere felice? Cosa dovrò dare in cambio per essere amato davvero?” 

Ricorrente, nelle storie di questa autrice inglese, è un filo sottile che lega i destini delle donne. Le sue donne devono sempre rinunciare a qualcosa; se ottengono la felicità in passato hanno comunque sofferto, oppure ottenere la felicità vuol dire sofferenza futura. La bellezza di una donna le provoca spesso fastidi, dolori, insidie assurde. Le provoca violenza. Il sesso è un tema spinoso, a volte irrisolto, e a volte che si risolve con imbarazzo e dolore. La Howard non tenta mai di nascondere i momenti di cruciale vergogna che le donne attraversano, nel tentativo di soddisfare - miseramente - se stesse oppure i loro partner.

Bisogna leggere Elizabeth Jane Howard non tanto per le trame gradevoli che si trovano nelle sue storie, ma sopratutto per il talento con cui riesce a raccontare i sentimenti. Ben pochi autori da me letti riescono a illuminare così bene i sentimenti più profondi, più vividi, dei personaggi. Inoltre troverete uno spiccatissimo talento nel creare personaggi attraenti, divertenti e bizzarri. Anche nella descrizione di monellerie infantili riesce a rendere palpabile la vitalità di un personaggio. Anche se questo personaggio non comparirà che per poche pagine, le sue parole lo avranno reso indimenticabile alla memoria del lettore.

Ovviamente, se trovate incantevoli le storie di uomini e donne inglesi, i racconti ben fatti che illustrano la condizione sociale dell’Inghilterra, e non solo quella mondana, allora i libri della Howard fanno sicuramente per voi. 


Ho trovato All’ombra di Julius un romanzo ben fatto, un piccolo gioiello da leggere per tutti i motivi che ho illustrato. Nella mia mente Elizabeth Jane Howard si è confermata essere una scrittrice di grande valore, capace di far vivere al lettore i sentimenti in presa diretta quasi e di attingere al cuore di paure, bisogni e fraintendimenti che tutti viviamo giorno per giorno. Non posso che consigliarlo! 

1 commento:

  1. Ciao Giada! Non vedo l'ora di avere tra le mani questo romanzo e poter rivivere quelle emozioni che solo la Howard riesce ad evocare così bene.
    Mi sono innamorata di questa scrittrice grazie alla saga dei Cazalet, e il fatto che All'ombra di Julius sia stato scritto parecchi anni prima mi incuriosisce molto, perché spero di poter ritrovare lo stesso stile dei Cazalet, ma in forma più genuina e spensierata.

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