Sapere Aude,
abbiate il coraggio di sapere!
“ Letture femministe ”
Tutti noi
passiamo molto tempo “online” come si dice oggigiorno. Che vuol dire? Siamo
connessi alla rete in continuazione; qualsiasi cosa facciamo, nel frattempo
continuiamo ad essere raggiungibili. Una sorta di filo, quindi, che ci ha
indissolubilmente legati a nuove abitudini e da cui è davvero difficile, se non
impossibile, districarsi.
I lati
positivi ci sono, ma questi lasciano spazio, sempre più spesso, a prospettive
inquietanti e molto tristi.
Prendete, ad
esempio, i cosiddetti “leoni da tastiera”, coloro che si nascondono comodamente
dietro i loro schermi di Pc, smartphone, tablet, per esprimere il loro parere
senza paura di poter ferire gli altri. C'è anche di peggio, me ne rendo conto;
c'è chi si spinge oltre, forte della sicurezza garantita dalle reti virtuali.
Ma oggi non
sono qui per parlare di violenza in generale ma di femminismo, un tema che ho
scoperto essermi molto caro e che vorrei approfondire sempre di più. Spero di
poterlo fare, col tempo, e di diventare esperta.
Ieri stavo
navigando su internet, alla ricerca di notizie, e sono stata trascinata in una
discussione che avrei preferito evitare. Non mi piace scendere a patti con la
cattiveria gratuita; istintivamente, e penso come molti altri, mi viene
spontaneo lasciar uscire un istinto di protezione. Come quando ai bambini si
mettono le mani davanti agli occhi, oppure si tappano le orecchie. Per non
lasciare che qualcosa turbi la loro vista innocente o l'udito.
Ma è un
atteggiamento sbagliato. Perché dovrei continuare a ignorare alcune cose che
invece potrei combattere?
Non scenderò
nei particolari, per raccontare quello che ho letto, oppure con chi ho avuto un
dialogo poco gradevole, ma da questo episodio traggo ispirazione per parlarvi
delle mie ultime letture che riguardano un fenomeno ( di nuovo) in grande
ascesa nella nostra società – il femminismo.
Ho seguito
con interesse e attenzione la campagna presidenziale di Hillary Rodham Clinton,
e poi, il 21 gennaio scorso, la marcia femminista che ha coinvolto molto donne
di tutto il mondo. Si è scoperto un nuovo, rinnovato senso di sorrellanza. Una
solidarietà ancestrale, che c'è sempre stata, oppure qualcosa di nuovo? E'
sempre bello poter assistere e partecipare ad eventi del genere, credere
sinceramente che rappresentino una nuova genesi affinché un mondo più sano
venga creato.
Ma come e
dove bisogna agire perché questi cambiamenti davvero avvengano?
Ho trovato
delle risposte a queste domande, leggendo due validissimi testi che consiglio a
tutti voi: il primo è Storie della buonanotte per bambine ribelli (Elena
Favilli e Francesca Cavallo), il secondo Cara Ijeawele, ovvero quindici
consigli per crescere una bambina femminista. ( Chimamanda Ngozi Adichie)
Storie della
buonanotte, libro che ha goduto di una grandiosa campagna di crowdfunding (ha
raccolto più di un milione di dollari) è una raccolta di storie della
buonanotte. Sembrerebbe una idea poco originale, se non che le protagoniste
delle storie da leggere a figlie, nipoti, sorelle, sono non principesse ma
donne reali. Troviamo Charlotte Bronte e le sue sorelle, Frida Kahlo, Hillary
Rodham, Jane Austen, Cleopatra, Grace O'Malley ( piratessa), Rita Levi
Montalcini, Artemisia Gentileschi. Ogni storia racconta storie diverse, ma
ricorda anche sempre la stessa storia: abbiate un sogno e amatelo. Amate voi
stesse e regalate a voi stesse vero rispetto.
Questo libro
ha ricevuto molte critiche; alcuni dicevano che non c'è stato davvero niente di
innovativo, nella sua pubblicazione. Io trovo che non sia vero. Trovo che la
pubblicazione di questo libro sia stata un passo avanti.
Mi sono
interrogata molto: come possiamo davvero rendere questo mondo femminista? E la
risposta è stata: prima dobbiamo rendere questo paese femminista, questa strada
femminista e questa casa dove viviamo femminista. Non possiamo soltanto
marciare, lasciandoci dietro persone che non solo non la pensano come noi, ma
che non hanno alcun tipo di interesse e che, dentro, nascondono sentimenti
davvero cattivi e retrogradi.
Quindi,
perché no? Magari leggere una storia del genere alle bambine e ai bambini, li
renderà persone migliori di cui noi stessi sentiamo la mancanza. Iniziamo dalle
piccole cose; insegniamo agli uomini e alle donne che sono uguali e forse la
vita andrà meglio. Sì, a uomini e donne, perché sarebbe davvero sciocco oggi
imporre uno spartiacque tra i due generi e dire che solo le donne devono
imparare ad essere solidali tra loro, e a rispettarsi, oppure che solo gli
uomini hanno bisogno di imparare a trattare le loro compagne con rispetto.
Penso che il cambiamento debba avvenire a livello di “genere umano” e non di
“genere sessuale”, appunto qui sta la parità. Nel vedersi tutti uguali, in
tutti i diritti, in tutte le azioni, in tutti i doveri e in tutti i desideri.
Un piccolo
manifesto femminista lo reputo essere il libro della brillante scrittrice
nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Autrice conosciuta anche per romanzi di
successo ( Metà di un sole giallo; Americanah; ecc. ) è arrivata a me con
questo piccolo ma potente libro di consigli.
Lei stessa,
in una breve introduzione, spiega di avere scritto Cara Ijeawele come
una lettera per l'amica che da poco aveva dato alla luce una bambina, e che
chiedeva di ricevere dalla scrittrice dei buoni consigli per crescerla
femminista. Questa domanda, scrive, l'ha messa davvero in difficoltà
all'inizio, perché essere femministi riguarda il contesto in cui viviamo e le
situazioni che viviamo. E che si tratta di un problema serio.
Il libro si
struttura in brevi capitoli, e ognuno di essi ha il titolo del consiglio di cui
si parla. Il primo, e forse il più importante, a mio parere è: Sii una
persona completa.
Questo
consiglio è l'inizio e la fine di tutto il discorso, perché è la risposta a
tutte le domande che una persona, in quanto persona, può farsi. Veniamo al
mondo per volere altrui, dicono alcuni, ma la realtà è che la natura umana è
fatta per essere vissuta quanto più possiamo e riusciamo a fare. Essere una
persona completa vuol dire realizzare degli obbiettivi, essere felici quanto
più possibile, concludere un percorso – non importa se piccolo o grande.
L'essere umano ha dei grossi limiti, ma all'interno del cerchio esiste una rete
infinita di possibilità. E sta a noi intrecciarle, o scioglierle.
Credo che se
tutti facessero tesoro di questo consiglio, e si sforzassero di essere
completi, e quindi di volersi un po' più bene, allora verrebbero risolti molti
problemi.
Ho sentito
dire, da persone che hanno letto Cara Ijeawele, che questo libro non dona
grandi rivelazioni. Certo che no! Queste cose le sapevamo anche noi, ovviamente;
molti già magari ci stavano pensando, ma non tutti. La differenza, nel portare
avanti un pensiero, è renderlo accessibile e reale. Questo libro lo fa. La
Adichie ha riflettuto saggiamente, con lucidità ammirevole, e ha messo insieme
delle verità rendendole accessibili in modo da dare una sveglia a chi si stava
addormentando.
Io stessa
non avevo mai riflettuto in modo freddo e razionale su alcune cose che, invece,
ho trovato illuminanti. E ve ne elencherò qualcuna, sperando di non dilungarmi
troppo.
Sapete cos'è
il femminismo light, ad esempio? Io ho sperimentato l'indole ipocrita di
alcuni, i quali concedono ad esempio che – “Dietro un grande uomo c'è una
grande donna”, oppure, come scrive Adichie, che l'uomo “Deve trattare bene la
donna”. Insomma, è un atteggiamento fintamente femminista che può trarre in
inganno. E' un atteggiamento accomodante, che nasconde una consapevolezza di
falsa superiorità. E, purtroppo, siamo davvero saturi di queste inclinazioni al
femminismo light. Laddove si trova un uomo che “permette” alla propria compagna
di lavorare, gareggiare, fare cose che per lui sono scontate, c'è davvero da
porsi molte domande non credete?
Altro spunto
brillante: entriamo tutti nei negozi di abbigliamento per bambini. A quanti di
noi da veramente fastidio la divisione strategica e puntuale dei colori? Rosa
per le femmine, azzurro per i maschi. Io ho sempre adorato l'azzurro, più che
il rosa, e grazie al cielo mia madre non mi ha mai imposto queste divisioni di
genere. Purtroppo oggi le bambine subiscono un sacco di pressioni; a molte
l'essere femmina viene fatto pesare in modi sottili, ad altre in modi più
pesanti, ma a volte anche una sola frase può distruggere un mondo in divenire.
Come dice puntualmente la scrittrice: “E se neghiamo ad una bambina di giocare
con i trenini, chissà… potremmo impedire al mondo di avere un ottimo
ingegnere!”
Mi sono
accorta del peso che questa lettura ha avuto su di me; sono diventata più
attenta, nel guardarmi attorno, nel riflettere e giudicare avvenimenti e
comportamenti altrui. Vengo invece colpita da atteggiamenti che prima non
notavo neppure, e sorrido di piccole cose che prima ignoravo.
Ecco
l'importanza di Cara Ijeawele. Non aspettatevi, leggendo, di trovare
rivelazioni divine, ma credetemi troverete delle verità che vi consentiranno di
gettare una occhiata sincera e metodica sulla realtà e sulle persone. E'
proprio questo di cui abbiamo bisogno, infondo, di togliere la patina che ci
copre gli occhi in modo da riconoscere con chiarezza gli errori. Gli errori che
sbarrano la strada al progresso possono essere eliminati, e lo saranno se
abbiamo il coraggio di riflettere.
Sapere Aude:
Abbi il coraggio di servirti del tuo intelletto. Era il motto dell'illuminismo.
E non l'abbiamo dimenticato, vero?
Spero che questa breve riflessione vi sia stata utile;
spero che leggere questi due libri, specialmente quello della Adichie.
Saluti!
Ciao Giada! Dei due libri di cui hai parlato ho letto Storie della buonanotte per bambine ribelli. Un libro che mostra ai più piccoli (ma non solo) che le donne non sono solo quelle che aspettano di essere salvate. Anche le donne hanno lasciato il loro grande contributo.
RispondiEliminaIl termine femminismo light mi è nuovo, ma il concetto che esprime lo conosco bene: dire che l'uomo deve rispettare la donna o permetterle di fare questo o quello implica una differenza di livello tra i due sessi, quindi si tratta di finto femminismo. Il femminismo vero implica parità e concordo sul fatto che dovrebbe essere insegnato a bambine e bambini, senza distinzione.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCiao Alessandra! Vedi? E' proprio questo che intendo io: il termine ti risulta nuovo, ma conosci il concetto. Tutti lo conosciamo, purtroppo, e la Adichie merita la mia ammirazione per aver messo in evidenza dei concetti che potrebbero passare inosservati. Ti consiglio davvero di leggere "Cara Ijeawele, ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista" ti farà scoprire un sacco di cose che, appunto, conosci già ma che non avevi mai inquadrato oppure non avevano attirato mai abbastanza la tua attenzione.
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