giovedì 8 giugno 2017

Letture femministe: Chimamanda Ngozi Adichie & Storie della buonanotte per bambine ribelli


Sapere Aude,

abbiate il coraggio di sapere!
“ Letture femministe ”  









Tutti noi passiamo molto tempo “online” come si dice oggigiorno. Che vuol dire? Siamo connessi alla rete in continuazione; qualsiasi cosa facciamo, nel frattempo continuiamo ad essere raggiungibili. Una sorta di filo, quindi, che ci ha indissolubilmente legati a nuove abitudini e da cui è davvero difficile, se non impossibile, districarsi.


I lati positivi ci sono, ma questi lasciano spazio, sempre più spesso, a prospettive inquietanti e molto tristi.

Prendete, ad esempio, i cosiddetti “leoni da tastiera”, coloro che si nascondono comodamente dietro i loro schermi di Pc, smartphone, tablet, per esprimere il loro parere senza paura di poter ferire gli altri. C'è anche di peggio, me ne rendo conto; c'è chi si spinge oltre, forte della sicurezza garantita dalle reti virtuali.

Ma oggi non sono qui per parlare di violenza in generale ma di femminismo, un tema che ho scoperto essermi molto caro e che vorrei approfondire sempre di più. Spero di poterlo fare, col tempo, e di diventare esperta.

Ieri stavo navigando su internet, alla ricerca di notizie, e sono stata trascinata in una discussione che avrei preferito evitare. Non mi piace scendere a patti con la cattiveria gratuita; istintivamente, e penso come molti altri, mi viene spontaneo lasciar uscire un istinto di protezione. Come quando ai bambini si mettono le mani davanti agli occhi, oppure si tappano le orecchie. Per non lasciare che qualcosa turbi la loro vista innocente o l'udito.

Ma è un atteggiamento sbagliato. Perché dovrei continuare a ignorare alcune cose che invece potrei combattere?

Non scenderò nei particolari, per raccontare quello che ho letto, oppure con chi ho avuto un dialogo poco gradevole, ma da questo episodio traggo ispirazione per parlarvi delle mie ultime letture che riguardano un fenomeno ( di nuovo) in grande ascesa nella nostra società – il femminismo.

Ho seguito con interesse e attenzione la campagna presidenziale di Hillary Rodham Clinton, e poi, il 21 gennaio scorso, la marcia femminista che ha coinvolto molto donne di tutto il mondo. Si è scoperto un nuovo, rinnovato senso di sorrellanza. Una solidarietà ancestrale, che c'è sempre stata, oppure qualcosa di nuovo? E' sempre bello poter assistere e partecipare ad eventi del genere, credere sinceramente che rappresentino una nuova genesi affinché un mondo più sano venga creato.

Ma come e dove bisogna agire perché questi cambiamenti davvero avvengano?

Ho trovato delle risposte a queste domande, leggendo due validissimi testi che consiglio a tutti voi: il primo è Storie della buonanotte per bambine ribelli (Elena Favilli e Francesca Cavallo), il secondo Cara Ijeawele, ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista. ( Chimamanda Ngozi Adichie)

Storie della buonanotte, libro che ha goduto di una grandiosa campagna di crowdfunding (ha raccolto più di un milione di dollari) è una raccolta di storie della buonanotte. Sembrerebbe una idea poco originale, se non che le protagoniste delle storie da leggere a figlie, nipoti, sorelle, sono non principesse ma donne reali. Troviamo Charlotte Bronte e le sue sorelle, Frida Kahlo, Hillary Rodham, Jane Austen, Cleopatra, Grace O'Malley ( piratessa), Rita Levi Montalcini, Artemisia Gentileschi. Ogni storia racconta storie diverse, ma ricorda anche sempre la stessa storia: abbiate un sogno e amatelo. Amate voi stesse e regalate a voi stesse vero rispetto.

Questo libro ha ricevuto molte critiche; alcuni dicevano che non c'è stato davvero niente di innovativo, nella sua pubblicazione. Io trovo che non sia vero. Trovo che la pubblicazione di questo libro sia stata un passo avanti.

Mi sono interrogata molto: come possiamo davvero rendere questo mondo femminista? E la risposta è stata: prima dobbiamo rendere questo paese femminista, questa strada femminista e questa casa dove viviamo femminista. Non possiamo soltanto marciare, lasciandoci dietro persone che non solo non la pensano come noi, ma che non hanno alcun tipo di interesse e che, dentro, nascondono sentimenti davvero cattivi e retrogradi.

Quindi, perché no? Magari leggere una storia del genere alle bambine e ai bambini, li renderà persone migliori di cui noi stessi sentiamo la mancanza. Iniziamo dalle piccole cose; insegniamo agli uomini e alle donne che sono uguali e forse la vita andrà meglio. Sì, a uomini e donne, perché sarebbe davvero sciocco oggi imporre uno spartiacque tra i due generi e dire che solo le donne devono imparare ad essere solidali tra loro, e a rispettarsi, oppure che solo gli uomini hanno bisogno di imparare a trattare le loro compagne con rispetto. Penso che il cambiamento debba avvenire a livello di “genere umano” e non di “genere sessuale”, appunto qui sta la parità. Nel vedersi tutti uguali, in tutti i diritti, in tutte le azioni, in tutti i doveri e in tutti i desideri.

Un piccolo manifesto femminista lo reputo essere il libro della brillante scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Autrice conosciuta anche per romanzi di successo ( Metà di un sole giallo; Americanah; ecc. ) è arrivata a me con questo piccolo ma potente libro di consigli.

Lei stessa, in una breve introduzione, spiega di avere scritto Cara Ijeawele come una lettera per l'amica che da poco aveva dato alla luce una bambina, e che chiedeva di ricevere dalla scrittrice dei buoni consigli per crescerla femminista. Questa domanda, scrive, l'ha messa davvero in difficoltà all'inizio, perché essere femministi riguarda il contesto in cui viviamo e le situazioni che viviamo. E che si tratta di un problema serio.

Il libro si struttura in brevi capitoli, e ognuno di essi ha il titolo del consiglio di cui si parla. Il primo, e forse il più importante, a mio parere è: Sii una persona completa.

Questo consiglio è l'inizio e la fine di tutto il discorso, perché è la risposta a tutte le domande che una persona, in quanto persona, può farsi. Veniamo al mondo per volere altrui, dicono alcuni, ma la realtà è che la natura umana è fatta per essere vissuta quanto più possiamo e riusciamo a fare. Essere una persona completa vuol dire realizzare degli obbiettivi, essere felici quanto più possibile, concludere un percorso – non importa se piccolo o grande. L'essere umano ha dei grossi limiti, ma all'interno del cerchio esiste una rete infinita di possibilità. E sta a noi intrecciarle, o scioglierle.

Credo che se tutti facessero tesoro di questo consiglio, e si sforzassero di essere completi, e quindi di volersi un po' più bene, allora verrebbero risolti molti problemi.

Ho sentito dire, da persone che hanno letto Cara Ijeawele, che questo libro non dona grandi rivelazioni. Certo che no! Queste cose le sapevamo anche noi, ovviamente; molti già magari ci stavano pensando, ma non tutti. La differenza, nel portare avanti un pensiero, è renderlo accessibile e reale. Questo libro lo fa. La Adichie ha riflettuto saggiamente, con lucidità ammirevole, e ha messo insieme delle verità rendendole accessibili in modo da dare una sveglia a chi si stava addormentando.

Io stessa non avevo mai riflettuto in modo freddo e razionale su alcune cose che, invece, ho trovato illuminanti. E ve ne elencherò qualcuna, sperando di non dilungarmi troppo.

Sapete cos'è il femminismo light, ad esempio? Io ho sperimentato l'indole ipocrita di alcuni, i quali concedono ad esempio che – “Dietro un grande uomo c'è una grande donna”, oppure, come scrive Adichie, che l'uomo “Deve trattare bene la donna”. Insomma, è un atteggiamento fintamente femminista che può trarre in inganno. E' un atteggiamento accomodante, che nasconde una consapevolezza di falsa superiorità. E, purtroppo, siamo davvero saturi di queste inclinazioni al femminismo light. Laddove si trova un uomo che “permette” alla propria compagna di lavorare, gareggiare, fare cose che per lui sono scontate, c'è davvero da porsi molte domande non credete?

Altro spunto brillante: entriamo tutti nei negozi di abbigliamento per bambini. A quanti di noi da veramente fastidio la divisione strategica e puntuale dei colori? Rosa per le femmine, azzurro per i maschi. Io ho sempre adorato l'azzurro, più che il rosa, e grazie al cielo mia madre non mi ha mai imposto queste divisioni di genere. Purtroppo oggi le bambine subiscono un sacco di pressioni; a molte l'essere femmina viene fatto pesare in modi sottili, ad altre in modi più pesanti, ma a volte anche una sola frase può distruggere un mondo in divenire. Come dice puntualmente la scrittrice: “E se neghiamo ad una bambina di giocare con i trenini, chissà… potremmo impedire al mondo di avere un ottimo ingegnere!”

Mi sono accorta del peso che questa lettura ha avuto su di me; sono diventata più attenta, nel guardarmi attorno, nel riflettere e giudicare avvenimenti e comportamenti altrui. Vengo invece colpita da atteggiamenti che prima non notavo neppure, e sorrido di piccole cose che prima ignoravo.

Ecco l'importanza di Cara Ijeawele. Non aspettatevi, leggendo, di trovare rivelazioni divine, ma credetemi troverete delle verità che vi consentiranno di gettare una occhiata sincera e metodica sulla realtà e sulle persone. E' proprio questo di cui abbiamo bisogno, infondo, di togliere la patina che ci copre gli occhi in modo da riconoscere con chiarezza gli errori. Gli errori che sbarrano la strada al progresso possono essere eliminati, e lo saranno se abbiamo il coraggio di riflettere.

Sapere Aude: Abbi il coraggio di servirti del tuo intelletto. Era il motto dell'illuminismo. E non l'abbiamo dimenticato, vero?



Spero che questa breve riflessione vi sia stata utile; spero che leggere questi due libri, specialmente quello della Adichie.

Saluti!

 

3 commenti:

  1. Ciao Giada! Dei due libri di cui hai parlato ho letto Storie della buonanotte per bambine ribelli. Un libro che mostra ai più piccoli (ma non solo) che le donne non sono solo quelle che aspettano di essere salvate. Anche le donne hanno lasciato il loro grande contributo.
    Il termine femminismo light mi è nuovo, ma il concetto che esprime lo conosco bene: dire che l'uomo deve rispettare la donna o permetterle di fare questo o quello implica una differenza di livello tra i due sessi, quindi si tratta di finto femminismo. Il femminismo vero implica parità e concordo sul fatto che dovrebbe essere insegnato a bambine e bambini, senza distinzione.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Ciao Alessandra! Vedi? E' proprio questo che intendo io: il termine ti risulta nuovo, ma conosci il concetto. Tutti lo conosciamo, purtroppo, e la Adichie merita la mia ammirazione per aver messo in evidenza dei concetti che potrebbero passare inosservati. Ti consiglio davvero di leggere "Cara Ijeawele, ovvero quindici consigli per crescere una bambina femminista" ti farà scoprire un sacco di cose che, appunto, conosci già ma che non avevi mai inquadrato oppure non avevano attirato mai abbastanza la tua attenzione.

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