giovedì 5 ottobre 2017

Lunghi romanzi e grandi speranze: benvenuto autunno

by Wuthering Heights










L'estate che ci siamo lasciati alle spalle è stata piena di letture, brevi e lunghe, e oggi vi parlo di tre libri che ho letto nel mese di Settembre.

Ad agosto ho letto un grande classico, il preferito di molti, Il grande Gatsby, e subito dopo ho sentito di dover continuare a conoscere Fitzgerald.

Così ho preso dallo scaffale Tenera è la notte.
Pieno di spunti autobiografici, questo bellissimo e malinconico romanzo, racconta la storia di una coppia – Dick e Nicole. Lui, giovane psicologo di belle speranze; lei, una paziente.
Ci sono i presupposti per una tragedia, vero?

Leggendo ho imparato che le tragedie, quelle più efferate, accadono senza troppi strepiti; allontaniamoci dai teatri greci, arriviamo in Costa azzurra e a Saint Moritz, dove i drammi familiari e individuali vivono all'interno di uno sfondo ovattato, meraviglioso, ma effimero.
La prima parte di Tenera è la notte sembra quasi una fiaba, e lo è. Viene ripresa tutta la magia dello scenario, tutta la magia dei personaggi che vivono momenti di gloria. La gloria della giovinezza, della ricchezza. Un momento che forse non potrà ripetersi. Cancelliamo il forse.

Le pagine scorrono velocemente, siamo avvinti e stregati. La coppia è adorata e si adora, ci viene mostrata dall'esterno; arriva l'altra, Rosemary una giovanissima attrice.
E poi Parigi, il set cinematografico, il ritorno di un personaggio che avevo già trovato ne Gli ultimi fuochi ( l'ultimo incompiuto romanzo di Fitzgerald). E' tutto così – glamour. Oppure non lo è? Chissà. Bisogna chiedersi cosa ci sia davvero, dietro quella patina dorata che avvolge gli sposi.
La seconda parte del romanzo è più complessa, calato il velo luminoso emerge il passato dei due. Come si sono conosciuti; cosa hanno dovuto rinunciare per compiere l'unione.

Se ci pensiamo bene, stare insieme ad un'altra persona spesso rappresenta una operazione contro noi stessi. E' questo che accade a Dick. Sembra che Fitzgerald voglia dirci che se cerchiamo di allontanarci dal nostro mondo, per tentare di raggiungerne un altro, il progetto ci si ritorcerà contro!
Un po' come è successo al nostro amato Gatsby.
Il sogno non è altro che una illusione; le speranze la peggiore arma che rivolgiamo contro noi stessi. E volere qualcosa, essere ambiziosi, rivoluzionari, si rivela essere il peggiore calcolo e la più irrisoria partita a poker che compiamo.

Romanzo amarissimo, ma che conserva la bellezza malinconica di una perla, non posso che consigliarlo a tutti gli amanti della letteratura americana e della lettura in generale.











E sempre di speranze, o meglio – di Grandi Speranze, passiamo a parlare.
Avete mai letto Charles Dickens? Se la risposta è sì, ne sono felice; in caso contrario, come potrei io riassumere in qualche riga la meraviglia assoluta che è calarsi nelle sue storie?

In Opere ( I Meridiani Mondadori, Milano 1995, pp. 1020 – 1043 ) Giuseppe Tomasi di Lampedusa scrisse che ogni artista è creatore di uomini, ma alcuni di essi hanno avuto in dono la facoltà di creare dei mondi. E cita Omero, Shakespeare, Cervantes, Austen, Fielding, Ariosto, Balzac, Manzoni, Tolstoj, Proust. “Alcuni di questi mondi sono sconfinati, quelli di Tolstoj e Balzac; altri minuscoli, quelli della Austen e di Proust. Tutti gonfi di linfa vitale, tutti immortali.” e poi la parte che ci interessa di più: “Dickens è uno dei più insigni creatori di mondi.”

Per riallacciarmi a quello che dicevo poco sopra, cosa significa leggere Dickens?
Ci sono libri che ti lasciano entrare nella storia, ma tu lettore sai che rimarrai sempre un po' lontano e discosto dagli eventi.
Non è così che succede con le opere del signor Dickens. Certo, potreste obiettare che molto dipende anche dal desiderio che un lettore ha di avvicinarsi ad esse, ma io sostengo un'altra cosa: aprite un libro – in questo caso Grandi Speranze – e il libro farà tutto da solo.
Non è magia, anche se potrebbe sembrare così.
Sì viene semplicemente avvolti dal “mondo” di cui parlava Tomasi di Lampedusa.
Dickens è noto per essere il grande scrittore di Londra. Non è solo lui ad appartenere a Londra, ma Londra gli appartiene. E ne ha fatto un luogo misterioso, ma allo stesso modo pulsante di brutalità e al contempo di meraviglie.
Famosi sono i vicoli oscuri della città, le figure sporche e rozze che vi si nascondono, così come le campagne, le diligenze. E poi i personaggi resi celebri, immortali resoconti umani di persone che anche oggi, nonostante tutto, potremmo riconoscere attorno a noi. Famosi sono gli incipit. ( Vogliamo parlare dell'incipit di Una storia tra due città? )

Grandi Speranze è la storia di Pip.

Il mio cognome è Pirrip, e il mio nome di battesimo è Philip, ma dato che da bambino non riuscivo mai a pronunciarli correttamente insieme, dai due nomi ne ricavai uno solo meno lungo e più semplice: Pip. Così mi chiamai Pip, e finii con l'essere chiamato Pip da tutti e per sempre.

La storia, narrata in prima persona dal protagonista stesso – e questo provoca un gradevole effetto di vicinanza – inizia quando il giovane Pip è ancora in tenera età.
Il ritmo scorrevole, armonioso e incalzante della narrazione, induce a continuare subito. In un battibaleno si sono lette ottanta pagine.
E così si fa la conoscenza della terribile pittoresca sorella di Pip, la signora Gargery, e del di lei marito – Joe.
Da subito si gode della piacevole ironia che permea tutto il romanzo. Una ironia che va di pari passo con l'inesplicabile dramma di alcune situazioni: la signora Gargery è solita picchiare fratello e marito con una frusta chiamata “solletico”!

Bellissimo romanzo di formazione; oltre a questa paterna ironia da parte dell'autore contiene una evidente funzione pedagogica che verrà svelata in toto alla fine del romanzo.

Il giovane Pip, orfano adottato dalla sorella maggiore e dal marito, ha davanti a se un'esistenza di fatica nell'officina di Joe, nella polverosa e lontana campagna – periferia di Londra. Questa vita, col passare degli anni, diverrà ai suoi occhi una sempre più grigia prospettiva, sopratutto quando all'orizzonte comparirà Estella.

E' proprio il contatto con un mondo diverso dal suo, nella casa della tutrice di Estella, a cambiare il cuore di Pip e a renderlo infelice. Questo incontro ha la funzione di risvegliarlo dalle sue ingenue felicità infantili, metterlo di fronte al fatto compiuto. Spezzargli il cuore. Fino a quando un evento inaspettato non cambierà la sua sorte.

“ – Ho ordine di comunicargli – disse il signor Jaggers, puntandomi contro il dito – che una cospicua fortuna lo attende. Inoltre che è desiderio dell'attuale proprietario di questa fortuna, che sia immediatamente rimosso dal suo attuale ambiente e da questo posto, e che sia allevato come si conviene a un gentiluomo, in una parola come si conviene a un giovane 'di grandi speranze.' – ”

Pip parte per Londra, lasciando dietro di se Joe – l'amico e compagno sincero – e continuando ad alimentare dentro il cuore la speranza che Estella gli sia stata addirittura destinata.

C'è un piccolo filo conduttore tra il libro di Fitzgerald e questo, entrambi parlano di speranze.
Ma se per i protagonisti di Tenera è la notte, tutto si rivelerà deleterio, io ho considerato Grandi Speranze un romanzo con un finale positivo.
E contiene anche la più bella dichiarazione d'amore di sempre, dichiarazione che devo assolutamente riportare in questo articolo. Leggetela e rileggetela!

Dimenticata? Tu sei parte della mia esistenza, parte di me stesso. Sei stata in ogni parola che ho letto, da quando per la prima volta sono venuto qui, bambino scarmigliato e semplice, il cui povero cuore hai ferito anche allora. Tu eri dappertutto; facevi parte delle bellezze che la natura mi offriva: eri nel fiume, nelle vele dei bastimenti, nelle nuvole, nella luce, nell'oscurità, nel vento, nei boschi, nel mare, nelle strade. Sei stata l'incarnazione di ogni dolce fantasia cullata dalla mia mente. Le pietre con le quali sono stati costruiti i più solidi edifici di Londra, non sono più reali e meno indistruttibili delle tue mani, di quello che non siano e non saranno la tua presenza e il tuo influsso su di me, qui e dovunque, ora e sempre. Estella, fino all'ultima ora della mia vita, tu non puoi che rimanere parte della mia anima, parte di quel po' di bene che è in me, e di tutto il male.”

Il romanzo segue un ritmo ciclico, non perde mai un colpo.
Ho iniziato a leggere Dickens con Canto di Natale, poi ho letto Una storia tra due città, e adesso c'è stato Grandi Speranze. Ve lo consiglio per la vivida bellezza dei personaggi, e perché chi potrebbe negare di avere avuto – o di avere – delle speranze? Lasciatevi cullare dalla sapiente maestria di Charles Dickens, entrate nel suo mondo.











Concludo i miei pensieri su Grandi Speranze, e continuo con il terzo e ultimo libro di cui vi parlo oggi. Si tratta di una uscita proprio del mese di settembre, Lincoln nel Bardo.
L'autore, George Saunders, è molto famoso per aver scritto varie raccolte di racconti grazie alle quali si è aggiudicato parecchi premi. Questo è stato il primo romanzo.




La storia è una delle mie passioni; amo scoprire personaggi storici nuovi, addentrarmi nelle loro vite per quanto possibile è sempre piacevole. La figura del Presidente Lincoln mi ha sempre affascinata troppo, ecco perché ho aspettato trepidante la pubblicazione di Lincoln nel Bardo.
Se ne parlava come bestseller del New York Times, poi è entrato anche tra i finalisti del Man Booker Prize di quest'anno! E la copertina dell'editore Feltrinelli? Un capolavoro assoluto stampato su una tonalità di blue che io amo. Ma bando ai venali commenti sull'estetica del prodotto, andiamo avanti a parlare dell'opera.

Vi dirò, mi aspettavo tutt'altra cosa ma con questo non sto per esprimere un giudizio negativo.
Leggere molto significa anche imparare ad apprezzare stili nuovi, sperimentali, freschi. E' il caso di Lincoln nel Bardo.
Il libro racconta un episodio molto doloroso della vita di Abraham Lincoln, e cioè la morte del figlio prediletto Willie. Al contempo, sulle spalle del Presidente si stava riversando la sanguinosa guerra civile. Un uomo, anche se Presidente, può avere la forza di affrontare un tale peso?

La narrazione, come accennavo, è davvero particolare.
Il libro è costituito da un intercalare di ciò che succede nel mondo reale – ove Lincoln deve affrontare la morte del bambino e l'inasprirsi della situazione politica del paese – e quello che accade, invece, in una sorta di limbo dove Willie si ritrova dopo la morte.

Il Bardo del titolo ( che io avevo erroneamente collegato a Shakespeare prima di leggere! ) è relativo al Libro tibetano dei morti. Si tratta di una tradizione che allude proprio ad uno stadio intermedio, una anticamera in cui gli spiriti sono intrappolati tra la vita e la morte.

Suggestivo! Sono rimasta impressionata e commossa.
Il libro, in realtà, questa storia, è di una dolcezza commovente. Di grande umanità. Una lettura che tocca le corde più sensibili di noi.

L'autore è stato davvero encomiabile nel raccontare due tipi molto diversi di sofferenza; quella che gli umani purtroppo provano di continuo, vedersi strappare chi amano di più da qualcosa che conoscono ma che non capiscono appieno – la morte. E poi ha indagato la sofferenza che nessuno di noi conosce, ma che in qualche modo possiamo immaginare. Su cui possiamo fantasticare. Uomini donne e bambini che si ritrovano dall'altra parte, bloccati. Incapaci di andare avanti. Inconsapevoli e – malati, in un certo senso.

Proprio la parola “malattia” è quella che gli spiriti utilizzano, quando parlano del proprio stato.
Incapaci di riconoscere che sono morti, continuano a riversare su se stessi questa menzogna profonda. Sono malati, i loro corpi stanno nella “cassa da malato.”
Ci vuole davvero molta forza per andare avanti, forza che loro non hanno.

E così il lettore scivola in questo limbo nebbioso, dove appaiono spesso misteriose figure angeliche e demoniache, per poi essere riaccompagnato nel bel mezzo della vita anche più dolorosa di Lincoln.

Ho trovato molto interessante che gli avvenimenti umani fossero raccontati tramite citazioni provenienti da fonti.
In questo modo le azioni del Presidente, pur viste attraverso una sorta di lente di ingrandimento, risultano precise e dirette.

Quello che accade nel limbo, invece, viene raccontato dagli spiriti stessi. Quindi Willie, Hans Vollman, Roger Bevins, il Reverendo Everly Thomas. E così via.
I racconti di questi uomini e donne che furono è sempre struggente, a volte ammantati di feroce ironia e dolore. E anche speranza. Sì, in alcuni punti del libro ho visto moltissima speranza. Voglia di lottare. Paura.

Il mio pensiero su Lincoln nel Bardo è senz'altro positivo; mi ha piacevolmente ricordato un opera che ho apprezzato parecchio tempo fa: Antologia di Spoon River. E mi ha anche riportato alla mente suggestioni affascinanti, le festività dei morti in Messico e, perché no? Mi ha ricordato La divina commedia.

Vi lascio con due citazioni tratte da un capitolo del libro; si tratta della descrizione del volto di Abraham Lincoln, descrizione a cui era dedicata tutto il capitolo e che ho trovato di una bellezza profonda:

Oh, il patos di quel volto! Emaciato, solcato da tratti d'indicibile tristezza, con un'espressione solitaria, come se il dolore e l'amarezza profondi di quell'anima fossero inattingibili all'umana comprensione. Me ne andai con l'impressione di aver visto non tanto il Presidente degli Stati Uniti quanto l'uomo più triste del mondo.”

Non mi è mai parso brutto, perché il suo volto, che irradiava gentilezza e benevolenza verso l'umanità, recava l'impronta della bellezza intellettuale.”


Anche Lincoln nel Bardo, tirando le somme, mi è sembrato un libro che parla di speranze.
In fin dei conti, nel mese di settembre, le mie letture più belle hanno avuto un filo conduttore.




2 commenti:

  1. Ciao Giada. Ho letto Tenera è la notte qualche anno fa e ricordo una sensazione di rarefazione e malinconia. Fitzgerald è molto abile nel raccontare un mondo che gradualmente scompare. Per chi ama Fitzgerald è da non perdere, anche perché è uno dei suoi libri più autobiografici.
    Grandi speranze non l'ho ancora letto, ma spero di farlo presto.

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    1. Grandi speranze è meraviglioso, te lo consiglio vivamente Alessandra!

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