martedì 2 ottobre 2018

Wrap Up di Settembre!

Le mie letture di settembre
By Wuthering Heights 








Settembre è stato un mese molto lungo e pieno di letture. La maggior parte sono state letture tranquille, leggere, perché mi hanno accompagnata durante le vacanze.


Come sono andate le vostre?

Dividerò le letture di settembre in cartacee e digitali, perché sono riuscita a superare la diffidenza nei confronti del Kobo e leggere ben tre libri in questo modo. Vorrei poter dire che anche i miei occhi sono felici della conquista.



I tre libri che ho letto su Kobo appartengono ad una categoria che io considero leggera; sono libri di intrattenimento, che aiutano a passare con tranquillità lunghe ore in autobus, pullman o aereo e magari strappano anche un sorriso.


1. Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey, di Mary Ann Shaffer.  
L'ho scoperto grazie all'omonimo film uscito su Netflix. 
Protagonista è una giovane scrittrice; l'ambientazione è quella inglese, lo stile narrativo è l'epistola. Si tratta di uno scambio epistolario dall'inizio alla fine, in cui sono coinvolti tutti i personaggi.
Il libro celebra l'amore per la lettura, come è possibile che un libro dia l'inizio a nuove conoscenze e a nuovi inizi. L'ho trovato una bella storia, una di quelle storie che lasciano il lettore in pace col mondo.











2. Come fermare il tempo, di Matt Haig.
Molto pubblicizzato dalla casa editrice ( Edizioni e/o)  e dai fan che già lo aspettavano. L'ho visto in lungo e in largo su Instagram e alla fine mi sono incuriosita.
Il protagonista è un uomo apparentemente quarantenne che nasconde però un segreto: ha più di quattrocento anni.
Il tema dell'immortalità è particolarmente difficile da trattare senza cadere nel ridicolo; si rischia che la storia appaia molto poco realistica.
La storia è stata ben costruita e risulta molto piacevole leggere di presente e passato che si alternano, nel racconto del protagonista.
Ma quello che ho apprezzato di più è stato l'inno alla vita nascosto nel libro. Come fermare il tempo? Vivere senza paure, liberarsi dalle paure che impediscono tante cose. E' un bellissimo messaggio e mi ha lasciato una sensazione di pace addosso.









3. Reincarnation blues, di Michael Moore
Dopo aver letto il libro precedente ero ormai certa che i libri con tema viaggi nel tempo e immortalità abbiano una forte presa su di me.
Per questo motivo ho scelto un libro con un tema simile, anche questo pubblicato da Edizioni e/o e molto amato dal pubblico.
Il protagonista, Milo, è un'anima antica. La più antica del mondo. Tramite la reincarnazione è tornato alla vita quasi diecimila volte.
Ma viene avvertito, se non raggiungerà la perfezione entro quel limite, sarà condannato ad essere assorbito dal nulla eterno. 
E' una avventura tra i mondi e i secoli; una storia d'amore bizzarra tra il protagonista e la Morte. Un librone pop, un miscuglio divertente.












Queste sono state le mie letture fatte su Kobo. 
L'esperienza la definisco positiva, perché ho portato con me un dispositivo leggero invece che tre libri. Ho trovato utili le varie funzioni del Kobo, come tenere il segno o poter leggere più libri in una volta. Ma anche la semplice sottolineatura di citazioni è una cosa carina e utile per ogni lettore.

Le letture cartacee di settembre comprendono cinque libri molto diversi tra loro. Ho adottato il criterio della varietà per non annoiarmi e per scoprire qualcosa di nuovo.

Senza deciderlo in precedenza mi sono trovata a leggere due premi Pulitzer; partiamo da questi.

1. Il vecchio e il mare, di Ernest Hemingway
Ho portato questo classico della letteratura in vacanza con me, e ho fatto bene. L'atmosfera marina ha incoraggiato l'amore per quello che stavo leggendo.
Per ottantaquattro giorni, il pescatore Santiago non è riuscito a pescare niente. Esce in mare, quindi, per tornare a lottare.
Il momento della lotta tra il pescatore e il pesce è forse uno dei passi più belli che io abbia mai letto. 
C'è tutta la nobiltà di due creature contrapposte, ma entrambe dignitose, che lottano. 
Ho percepito una grande umanità, in questo lungo racconto, una sorta di rispetto verso le creature umane e marine che fa l'effetto di un abbraccio.
Mi hanno colpito molto anche le descrizioni tecniche; Hemingway doveva essere follemente innamorato del mare e della pesca. 
Ovviamente la storia si presta ad una doppia interpretazione. E' la storia di un pescatore, ma è la storia dell'uomo che lotta e cade lotta e cade. Fino alla morte. 










2. La breve favolosa vita di Oscar Wao, di Junot Diaz
E' interessante scoprire come libri tanto diversi possano comunque essere premiati con il Pulitzer. 
Il libro di Junot Diaz è una epopea scoppiettante, dolce e amara, pop, che coniuga Santo Domingo e Tolkien. Non avrei mai pensato che i due mondi potessero sposarsi così bene.
Il protagonista Oscar è un nerd sovrappeso amante della fantascienza e del fantasy. E' circondato da donne di incredibile carattere che potrebbero indossare i panni di super eroine senza sfigurare.
Un libro meraviglioso; mi ha tenuta avvinta dalla prima all'ultima pagina senza annoiarmi mai. 









I primi Pulitzer sono stati le letture migliori; ho dato su Goodreads le cinque stelline con grande soddisfazione. Non posso che consigliarveli entrambi, in caso non li conosciate.


Gli altri tre libri sono molto diversi l'uno dall'altro.

Uno è un classico francese che mi ha fatta impazzire per quanto è bello, il secondo è un romanzo vittoriano e il terzo appartiene alla letteratura contemporanea nord europea.
Sto parlando di Notre Dame de Paris ( Victor Hugo ), Nord e Sud ( Elizabeth Gaskell ), Il libro dell'estate ( Tove Jansson. )











Durante il mese di agosto, ma avevo iniziato già a luglio, ho letto I Miserabili. Appena girata l'ultima pagina mi sono resa conto che mi sarebbero mancati i personaggi di Victor Hugo. E non solo, mi sarebbe mancata la sua voce narrante. Avevo in casa Notre Dame de Paris; mi sono detta: perché no?
L'ho preso e portato con me in vacanza.

Mi ero ripromessa di essere lenta e invece non ho resistito. Ho divorato Notre Dame con la bramosia di chi ama quello che legge.
E' un opera senz'altro diversa da I Miserabili, ma non per questo meno bella. 
A parte il fatto che la cornice medievale della Parigi di Notre Dame de Paris è descritta benissimo da Hugo, ho trovato conferma della sua anima di storico che avevo già scoperto ne I Miserabili.
Penso che Victor Hugo sia stato un letterato completo. Nonostante abbia scritto Notre Dame non ancora trentenne mi ha comunicato una sapienza vasta e sicura. Il talento del narratore è già visibile ed è come se il lettore venisse accompagnato quasi per mano nello scenario.

Mi è piaciuto molto osservare "con gli occhi dell'uomo del tempo" la Parigi del XV secolo; dare uno sguardo sopra i suoi tetti, scoprire come era Parigi vista dalla Notre Dame di fine 1400. 
Per me che amo Parigi è stata una esperienza molto apprezzata.

Passiamo ai personaggi. 
Penso che Victor Hugo avesse un talento eccezionale nel caratterizzare personaggi crudeli e sofferenti. Claude Frollo è l'emblema dell'uomo cattivo e che soffre. La sua discesa verso gli inferi è descritta in modo perfetto. La disperazione del personaggio è, in questo caso, particolarmente visiva. E' come se anche noi potessimo vedere, toccare, la sua disperazione e il fanatismo che lo agita.
Reduce, come tutti, dal cartone della Disney è stato uno choc imbattermi nel finale. Per quanto io abbia smesso di aspettarmi finali scontati, sono comunque rimasta traumatizzata dalla morte dell'Esmeralda. Le ultime due pagine sono tristi da spezzare il cuore. 
La figura della zingara racchiude quello che la donna può rappresentare per l'uomo. Bellissima, misteriosa, divisa nella doppia natura di angelo e strega. 

La donna perseguitata fino alla morte: un tema che non smette di ripresentarsi oggi, giorno dopo giorno.

Questo mi fa pensare che un filo sottile ripercorre le opere di Victor Hugo.
Lui condanna la violenza in tutte le sue forme.

Ne L'ultimo giorno di un condannato la critica è aspra e diretta; ne I Miserabili è globale, si parla di lavori forzati e di miseria in tutte le sue forme. In Notre Dame de Paris ho sentito con forza il dolore di Esmeralda braccata.

Ovviamente in tutte le sue opere, per non smentire la sua contrarietà alla pena di morte, Victor Hugo cita Place de Greve dove venivano eseguite le condanne capitali. E mentre ne I Miserabili, ormai questa rimane l'ultimo baluardo di quella dama sanguinaria che è la ghigliottina, in Notre Dame de Paris Victor Hugo apre le porte di una Parigi ancora più infernale. E' la Parigi le cui piazze nascondono buchi dove donne penitenti scelgono di auto rinchiudersi a vita; la Parigi della Corte dei Miracoli; una Parigi dove vivono uomini con giurisdizione sulle vite della massa. Basta un cenno di un potente e l'inferno è pronto a spalancarsi.

Proprio questa "massa", il Popolo di Parigi, fa sentire tutta la sua voce nel libro. E' un popolo che viene definito quasi "adolescente" dall'autore. Questa massa in cui gli umori si agitano velocemente si dimostra più di una volta crudele, bramosa di sangue, dotata di un intuito che assomiglia a quello delle bestie. 
Per tutte queste ragioni Notre Dame de Paris mi è piaciuto molto. E ripeto che è bello il modo in cui Victor Hugo lascia entrare il lettore all'interno di una Parigi sempre diversa ma sempre reale. O che è stata reale tanto tempo fa.


Nord e Sud, di Elizabeth Gaskell, mi ha accompagnato per parecchi giorni. 
Romanzo vittoriano con una protagonista molto vivida e ben descritta.
Il libro percorre circa tre anni di vita di Margaret Hale, da quando torna in seno alla famiglia, dopo lunghi anni trascorsi in casa della zia, al momento della sua emancipazione intima e finanziaria.

Secondo me potrebbe essere definito un ottimo romanzo di formazione. Le tribolazioni che la protagonista è costretta ad affrontare la accompagnano nel passaggio da ragazza a donna.

Un altro punto forte della narrazione è la descrizione precisa e puntuale della "città industriale" di Milton, città in cui la famiglia di Margaret si trasferisce e che la ragazza dovrà imparare a conoscere. 
Vengono descritti i problemi sociali ed economici di una città in fiorente sviluppo, totalmente diversa dalle realtà di campagna a cui anche la famiglia di Margaret apparteneva.

Ecco il perché del titolo, Nord e Sud. 
Indica una differenza che va sempre più addensandosi tra le campagne inglesi e le nuove città spinte ad essere sempre più industriali, fatte di lavoratori che, dopo i loro orari in fabbrica, si recano spesso a scuole serali o a bere qualcosa nei pub. Questi uomini e donne sono completamente diversi dai contadini che Margaret aveva avuto modo di conoscere precedentemente, quando abitava con i suoi genitori nella campagna tranquilla di Helstone.

La storia d'amore è relegata in un angolo, messa un po' da parte, ma è intrecciata perfettamente agli sviluppi riguardanti la personalità di Margaret e alla sua crescita.

Il libro mi è piaciuto per tutti questi dettagli che ho elencato, ma non mi ha suscitato nessuna esclamazione di meraviglia. Non mi ha stupito, ecco tutto. Tuttavia penso sia una lettura da fare, se si è appassionati di letteratura vittoriana.






Cito per ultimo Il libro dell'estate, di Tove Jansson, perché si distacca totalmente, per tematiche e stile, dagli altri libri letti a settembre.
Una piccola isola dell'arcipelago finlandese, una nonna e una nipote, un padre che non entra mai attivamente sulla scena. 
Lo stile degli scrittori nord europei è molto poetico, soffuso, quasi magico. Mi è piaciuto il modo in cui viene raccontato il contatto con la natura e espresso il rapporto tra due figure femminili così diverse. Eppure così vicine. 











Tirando le somme, il libro migliore di settembre, quello che probabilmente mi ha arricchito di più, che ha accompagnato più a lungo i miei pensieri, è stato Notre Dame de Paris. Sono arrivata ad amare molto la prosa di Victor Hugo e la sua voce narrante. Penso sia un autore meraviglioso, perfetto per me. Vi consiglio di leggerlo, di leggere tutto di lui, cosa che farò anche io.






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