giovedì 28 marzo 2019

Le avventure di Mercuzio: recensione




Le avventure di Mercuzio
di Daniel Albizzati
Recensione













Esce oggi, nella collana Le meraviglie di Fazi Editore, un romanzo d'esordio che ho letto in anteprima con molto piacere.

Mercuzio abita nel centro di Roma, in una mansarda non lontano da Campo de’ Fiori; non possiede computer né televisione, cita a memoria Stendhal, Shakespeare e i maggiori filosofi dell’Età dei Lumi, e sogna l’amore puro ed eterno cantato nei poemi cavallereschi. Rientrerebbe tutto nella normalità, se il giovane vivesse nell’Ottocento. Ma il protagonista di questa storia è un nostro contemporaneo, chiuso in un volontario isolamento, con la sola compagnia di libri e preziosi oggetti antichi.


Un giovane che vive di lettura, una sorta di eremita che ha scelto come compagni i soli libri; all'inizio sembrerebbe una esaltazione del mondo bibliofilo, ma pagina dopo pagina Le avventure di Mercuzio si svela per quello che è: una critica della società moderna con i toni del melodramma. 

«In quella stagione burrascosa in cui le passioni dell’adolescenza cominciano a fondersi ai primi progetti dell’età adulta, la vita prima o poi si mette a bussare violentemente alla porta del cuore. Oppure, senza troppi convenevoli, entra direttamente senza chiedere il permesso. E così accadde al protagonista di questa storia».

Romanzo di formazione, pozzo di citazioni colte e personaggi tra i prediletti di sempre ( è davvero divertente il continuo giocare al Don Chisciotte del protagonista; i riferimenti alla Divina Commedia. ), melodramma, l'esordio del giovane scrittore Daniel Albizzati sa essere divertente e trascinante ma anche drammatico in modo inaspettato.

L'ambientazione romana ci porta a focalizzare l'attenzione sui luoghi frequentati dai giovani contemporanei; vediamo scorrere Campo de' Fiori, Villa Borghese, il Pincio.

L'attenzione, tuttavia, più che sui luoghi fisici è focalizzata su ciò che sarebbe meglio definire non luoghi. Sto parlando di Internet. E allora ecco che si fa ricorso a Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat, e qualsiasi altro mezzo di comunicazione moderno.
Il tema della nociva presenza dei Social Network è ormai inflazionato, eppure ho trovato fresca e incisiva la satira che ne fa l'autore.
E' facile, leggendo, ritrovarsi a pensare quanto sia patetico, a volte ridicolo, il nostro attaccamento ai Social e la nostra attitudine a voler vedere tutto attraverso un filtro. 
La realtà non è più abbastanza per noi?
Allo stesso modo assurdi e ridicoli appaiono tutti i dettami della moda, e non mi riferisco solo a quelli riguardanti il vestiario. Esiste una dimensione, e l'autore ce la mostra con la lente di ingrandimento, in cui niente deve essere fatto per caso o si è subito catalogati come sfigati. Si è esclusi. 
Anche rispondere ad un messaggio necessita delle regole precise. E' sconsigliato rispondere subito, bisogna sempre fingere di avere altri impegni.
Triste, vero? Ma è una parte della realtà in cui viviamo.

La riflessione sui social si estende anche alle conseguenze che questi hanno sui rapporti con gli altri.
Il problema non è solo come noi vediamo il mondo, e la nostra visione distorta della realtà, ma c'è da chiedersi come vediamo gli altri,  come gli altri arrivano a vederci. E quanto questo riesca a peggiorare la nostra esistenza; quanto la complichi, invece di migliorarla.

Un altro tema del libro è quello dei rapporti con le persone che ci sono prossime. Gli amici, i familiari. Viene spontaneo chiedersi come la nostra vita "social" influenzi anche la capacità di essere vicini a coloro che ci sono vicini. In altre parole: siamo ancora in grado di essere dei buoni amici? Oppure più il tempo passa e più siamo capaci di gestire solo rapporti mediati tramite internet?
Nella storia le risposte a queste domande non tarderanno ad arrivare.

Lo stile di scrittura l'ho trovato adatto al tema del romanzo; ricalca le prerogative di una epopea alla Don Chisciotte. C'è un grande uso di termini quali "Il nostro eroe" e simpatici improperi derivati dai romanzi cortesi e cavallereschi. Non so voi, ma io adoro il genere e ho riso molto.

In generale considero Le avventure di Mercuzio una prova originale, una ottima risposta al malessere che colpisce i ragazzi più giovani, relativo all'uso spropositato dei social network, ma anche un incoraggiamento ad amare tutto con moderazione. E' giusto adorare la letteratura, ma è necessario sapersene distaccare e uscire fuori, nel mondo, magari spegnendo di tanto in tanto il telefono.






















2 commenti:

  1. Ciao! Volevo ringraziarti per la recensione. Sono molto contento che ti sia piaciuto il libro. Mi rendi felice.

    Un caro saluto,

    Daniel Albizzati

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    Risposte
    1. E' stato un piacere leggere il tuo libro! Mi ha spinto a prendere in mano Don Chisciotte che sto attualmente leggendo!

      Saluti,

      Giada

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