lunedì 27 maggio 2019

Evelina, Fanny Burney: recensione

Evelina, Fanny Burney
Recensione









Tornare a leggere un genere che abbiamo molto amato da giovanissimi è una esperienza sempre appagante, gioiosa; un po’ come tornare a casa. 
E’ così che mi sono sentita grazie alla mia ultima lettura, Evelina di Fanny Burney, nuova uscita per Fazi Editore, e nuova scoperta da collocare nel panorama letterario inglese tardo settecentesco. 

Fanny Burney è stata autrice di quattro romanzi, varie pièce teatrali, e sopratutto innumerevoli raccolte di memorie; Virginia Woolf la considerava “madre della narrativa inglese” e Jane Austen non solo lesse le sue opere ma si ispirò ad esse.  Di questo ho trovato conferma leggendo Evelina, lungo e bellissimo romanzo epistolare che ha avuto per me l’effetto di una carezza.

Ma di cosa parla il romanzo?

Racconta l’entrata in società di una giovane donna, l’orfana Evelina cresciuta sotto l’amorevole tutela di un reverendo e mai allontanatasi, fino a quel momento, da Berry Hill - dimora del suo benefattore.
Il viaggio a Londra segnerà l’inizio di una catena di eventi che daranno una svolta pratica alla sua vita, ma anche al cambiamento personale della giovane donna.  Evelina otterrà il riconoscimento da parte di Sir John Belmont, padre da tanto tempo perduto, e troverà anche l’amore.

Tuttavia non è la storia d’amore a essere al centro del romanzo.

La prosa ironica di Fanny Burney ha un fine satirico nei confronti della elegante società del XVIII secolo inglese. 
Attraverso lo sguardo innocente ma acuto di Evelina, tramite le lettere indirizzate al tutore, entriamo in un mondo dominato da convenzioni che oggi ci sembrerebbero forse assurde e che, in qualche modo, dovevano essere esasperanti anche per la mente vivace di una scrittrice come F. Burney. 
Ho trovato molto divertenti le descrizioni di alcuni personaggi maschili, che evidentemente ricalcano personalità che all’epoca era facilissimo incontrare. La penna di F. Burney descrive minuziosamente vanità, cortesie, falsità, bugie, divertimenti, balli, e tutto ciò che si può immaginare appartenesse alla società inglese a cavallo tra settecento e ottocento.

L’intento satirico del romanzo è probabilmente ciò che me lo ha fatto apprezzare di più.  Il libro riesce ad essere sia divertente che intenso e i suoi personaggi sono molto ben delineati.

Evelina, ad esempio, è una giovane donna descritta come sopra la media per bellezza e innocenza, ma risulta essere anche intelligente e dotata di una moralità ammirevole. E’ un esempio di virtù e dolcezza di quell’epoca, ma non per questo appare come una bambola sciocca e senza volontà.  A volte spietata e tagliente è la descrizione di altri personaggi che popolano la vita della ragazza; la nonna, Madame Duval, è dipinta come una sorta di arrampicatrice sociale volgare e lagnosa. E così anche i suoi parenti stretti, i quali daranno del filo da torcere alla protagonista del romanzo mettendola spesso in imbarazzo.

I vari personaggi maschili a cui ho già accennato sono stati descritti in modo tanto netto e preciso da far risaltare un tema comune anche oggi, e cioè i tentativi di sopraffazione maschile a discapito di giovani donne ingenue e indifese.
All’epoca in cui è ambientato il romanzo i contatti fisici erano rarissimi, ovviamente ristretti ai rapporti di  parentela più intima. 
Ricordate Orgoglio e pregiudizio e quella scena in cui Mr. Darcy e Elizabeth si sfiorano la mano, quando lei scende dalla carrozza? I contatti erano rarissimi.
Se una giovane donna veniva toccata, presa per mano, non solo la cosa era disdicevole ma rasentava la brutalità. Lo stesso per quanto riguardava discorsi troppo audaci, magari sussurrati all’ombra di un viale nascosto. 
Nel libro il disprezzo per questo tipo di atteggiamenti è continuamente rappresentato e in maniera tale da lasciare il segno, così come viene messo in evidenza il pregiudizio degli uomini nei confronti dell’intelligenza femminile. 

“Preferisco vedere una donna spaccare legna, piuttosto che sentirla parlare con una tale sagacia.”, viene detto. E non solo: è spesso ripetuto quanto sia importante per una donna avere un bell’aspetto e un buon carattere, niente di più.

Di contro alle personalità maschili negative ci sono anche quelle positive: il reverendo Mr. Villars, tutore di Evelina, e poi Lord Orville, entrambi rappresentano uomini dotati di qualità invidiabili.

Il romanzo è consigliato agli appassionati di letteratura inglese, in particolare a coloro che hanno letto tutto ciò che ha scritto Jane Austen e vogliono approfondire il suo background letterario.
In effetti Evelina contiene, in germe, il tema portante di Orgoglio e pregiudizio. 
Il rapporto tra la giovane protagonista e il suo innamorato è costellato di piccoli e grandi fraintendimenti, simili a quelli che renderanno difficile il rapporto tra Elizabeth e Mr. Darcy. Ecco perché potrebbe essere molto piacevole, per un lettore odierno di Jane Austen, leggere Fanny Burney.
Inoltre Evelina, come anche i romanzi di Jane Austen, brilla di una spiccata critica sociale. 

Romanzi come questo non si limitano a fare una fotografia dei tempi di cui parlano, ma spiegano e sottolineano gli errori e gli eccessi. Ecco perché per me sono tanto pregevoli.

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