lunedì 6 maggio 2019

L'orso e l'usignolo: recensione




L'orso e l'usignolo
Katherine Arden
Recensione






















Recentemente, per Fanucci editore, è uscito un libro che mi incuriosiva da quando l'avevo visto venire pubblicato in lingua inglese.

L'orso e l'usignolo ( The bear and the nightingale, Katherine Arden ) è una riscrittura di antiche favole appartenenti al folclore russo, primo volume di una trilogia. 
Queste storie, che hanno le loro origini nel medioevo, quando la Russia era ancora nota come Rus, tramandano il respiro gelido delle foreste e dei freddissimi e implacabili inverni.



All'inverno sono legate figure magiche, discoste dal mondo umano ma di cui si può sentire la presenza. E' il caso del domovoj, lo spirito della casa, una sorta di nume tutelare, e di molti altri esseri affascinanti e sfuggenti, come la Rusalka, e poi del terribile e folle Orso e di suo fratello Morte. 




All'interno di questa cornice, in cui si lotta quotidianamente per la sopravvivenza, anche se si fa parte di una famiglia della nobiltà terriera, vive la famiglia di Petr Vladimirovic.

La sua ultima figlia, Vasilisa, messa al mondo da una madre che l'ha fortemente voluta, non è come gli altri; nel suo sangue c'è qualcosa di antico e straordinario. Ha il dono della veggenza, vede  creature che gli altri non possono vedere e parla con loro. Cresce libera, a contatto con la foresta e le sue creature, sempre più indomita. Una ragazza selvaggia.



L'orso e l'usignolo è un Fantasy, un libro indirizzato nello specifico ad un pubblico giovane, eppure penso che possa essere apprezzato anche da chi ha qualche anno in più. 




La struttura del romanzo è ben fatta, come anche la prosa; l'autrice ha adempiuto al compito di calarsi in un mondo che non le appartiene in modo ottimale. Katherine Arden infatti non è russa, ma vi ha solo studiato.
Lo stile di scrittura è curato; c'è un vasto utilizzo di termini russi, il che rende la storia e i personaggi molto più realistici e sentiti.




Per quanto riguarda questi ultimi li ho apprezzati molto; nel libro non è presente il solito cliché dell'eroina bella e perfetta. Vasilisa Petrovna è una giovane donna coraggiosa, di cui possiamo apprezzare la crescita e la tempra. Le sue azioni e attività rispecchiano una logica e non sono dovute in nessun modo a soddisfare gli ideali romantici - o pseudo romantici - di lettrici un po' immature.




A questo proposito non ci sono ne storie d'amore, ne triangoli amorosi. Il centro del romanzo è la ragazza, la sua storia, l'avventura che deve portare a termine.




Mi piacciono molto le storie ammantate di magia; in L'orso e l'usignolo questa sottile magia è perfettamente avvinghiata ad ogni pagina. 




Il lavoro di costruzione e di scrittura del romanzo è stato egregio, attento.
Il libro è consigliato un po' a tutti: a coloro che amano il Fantasy e le storie ben fatte, e a chi è alla ricerca di una eroina a cui affezionarsi sinceramente, ma anche ai cultori delle favole di Afanasjev. Se volete rileggere in chiave più moderna le magiche storie dell'autore russo potreste trovare terreno fertile. Come in quelle favole si parla di principi e principesse, di diavoli e spiriti,  di personaggi inquietanti come Baba Jaga. A questo universo folcloristico hanno attinto anche autori come Dostoevskij e Gogol; si tratta quindi di un calderone ampio e importante in cui pescare sogni e immagini della antica Russia.

A tutti, più o meno, piacciono le favole. La gran parte dei lettori ha cominciato a interessarsi al mondo dei libri ascoltando le storie di qualcuno. E' proprio così che inizia L'orso e l'usignolo: bambini riuniti attorno ad un camino enorme e una balia che pesca dal famoso calderone delle favole/leggende. Fuori c'è il gelo invernale, la tundra, e a volte le storie sanno riscaldare meglio di una coperta. Proprio questa è la sensazione che mi ha trasmesso il libro di Katherine Arden, di cui non vedo l'ora di leggere il seguito. 

















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