sabato 7 dicembre 2019

Il Fantasy dell'anno: Leopardo nero, lupo rosso




Il Fantasy dell'anno
Leopardo nero, lupo rosso
Recensione










C'era una volta, in un'Africa profondamente inquietante e distante da noi...

"Un fantasy nello stile del Trono di spade, ma ambientato in Africa." 

E' così che avevo sentito parlare di Leopardo nero, lupo rosso recente uscita per Frassinelli, novità dello scrittore vincitore del Man Booker Prize 2015. Sarebbe tuttavia riduttivo parlare del libro solo in questi termini, perché Marlon James ha creato un prodotto eccellente sotto tantissimi aspetti e gli ha conferito un cuore originale. 

Ora potreste anche immaginare Marlon James, chino sul corpo in evoluzione che è il suo libro, in pieno stile Frankenstein, e non sbagliereste. E' questa la sensazione che, perlopiù, mi ha dato leggere Leopardo nero, lupo rosso e cioè quella di addentrarmi in un territorio del tutto nuovo e fitto di sorprese. Welcome to the jungle. 

Difronte alle novità si prova una sensazione di frastornamento, ma anche di meraviglia. E quanta meraviglia!

Il mondo del libro è pericoloso, fittissimo, grondante sangue e leggende. Dall'oscurità di una Africa lontana emergono figure davvero spaventose, come l'Ipundulu, o i fratelli Asambosam e Sasambosam, bevitori di sangue e cannibali, le enormi e feroci streghe che vivono nella terra. Ma non solo. La bestialità di questi mostri spesso è simile a quella degli uomini stessi, ritratti nell'azione di accanirsi su obiettivi che si rivelano sbagliati. E' questo che li tramuta in mostri.

E' un'Africa di mostri, mutaforma, cannibali streghe e misteri, ma anche di riti di passaggio e tribù, famiglie, dolori e solitudini.

Il Fantasy di Marlon James è capace di parlare la lingua nera della paura più bislacca, legata ai mostri, ma anche quella delle persone fatte di carne e sangue.

L'Inseguitore, protagonista della storia, un uomo che si dice "abbia naso", è emblema della doppia natura del romanzo. Passa dall'essere un ragazzino solo, senza famiglia, disperato di una disperazione che tutti gli esseri umani possono capire, a diventare eroe e portatore di morte. Uno spietato segugio e anche un uomo come tutti gli altri.

La violenza che si respira nel libro è tantissima, ma non è campata in aria. Questo tipo di violenza è cucita appositamente alla struttura della storia. E lo stesso si può dire dell'amore, perché anche l'amore è presente nel libro: amore familiare, amore romantico, amore cercato e poi perduto. O anche mai vissuto.

Credo che il romanzo funzioni benissimo non solo per l'avventura selvaggia, che tutti gli amanti del genere apprezzeranno, ma anche perché l'autore ha saputo racchiudervi sentimenti davvero umani e cucirli insieme molto bene. Marlon James ha saputo creare una sorta di poema; un vecchio canto dotato di una morale epica e indimenticabile.


Per quanto riguarda la storyline principale: un bambino è scomparso, un gruppo eterogeneo di uomini  e donne viene assoldato per ritrovarlo. Una sorta di compagnia che inizia un viaggio lungo e tremendo, e chi lo sa come andrà a finire. Niente è certo, i rivolgimenti sono continui. Così come le morti e i colpi di scena.

Riflettendo sull'intreccio del romanzo e sulla prosa mi sono resa conto che, proprio come nei migliori romanzi, leggendo ci si dimentica di stare leggendo e anche di come l'autore scrive. Quella sensazione di estraneità agli eventi, propria del lettore, ad un certo punto scompare. Sarà che il "racconto" del protagonista fila bene, perché sì il libro è narrato dal protagonista stesso, ma non ci si rende conto dello scorrere delle - tante - pagine.

Mi sono limitata ad immergermi nella storia come volendomi immergere nelle acque di un fiume. E la sensazione è migliore quando il fiume è tempestoso. Non vedo l'ora di poter mettere le mani sul seguito, poiché Leopardo nero, lupo rosso è il primo volume di una trilogia chiamata "Dark star" che, a mio parere, è iniziata con i fuochi d'artificio. 











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