domenica 1 marzo 2020

Una famiglia ungherese: "La notte dell'uccisione del maiale."



La notte dell'uccisione del maiale
di Magda Szabò
Recensione











Pubblicato da Edizioni Anfora nel 2018, La notte dell'uccisione del maiale è la mia ultimissima lettura. E' anche il primo libro di Magda Szabò che ho letto. Di lei mi hanno detto che è l'autrice ungherese più famosa e importante e da tempo aspettavo il momento giusto per approcciarmi a quello che sapevo sarebbe stato un mondo nuovo da esplorare.
Mentre riflettevo sul libro mi sono resa conto che non è stato il primo ungherese che ho letto; negli ultimi anni ho conosciuto Agota Kristof, che mi ha fulminato con la sua scrittura crudele e chirurgica. Eppure non mi veniva in mente, perché tra le due autrici c'è un oceano di differenza. Sono due mondi a parte, ma due mondi che voglio visitare bene.

La notte dell'uccisione del maiale è ambientato in una piccola città di provincia, Debrecen, ed è un romanzo familiare. E' stato questo ad accendere la mia curiosità, perché romanzi familiari ne ho letti e sono sempre alla ricerca di qualche novità. 

Il romanzo si svolge in due sole giornate, a dicembre, periodo in cui si respira il gelo dell'inverno ungherese, e in concomitanza con una tradizione importante quale l'uccisione del maiale e il banchetto che ne consegue. 

In realtà sono due le famiglie coinvolte nella vicenda; la famiglia Toth, una famiglia di umili e onesti saponieri, e la famiglia Kemery nobile e tracotante ma decaduta. 
Le due famiglie si sono unite grazie ad un matrimonio, quello di Janos e di Paula. 
Unitesi, si sono subito separate, incapaci di coesistere a causa della differenza sostanziale tra i due mondi. La lacerazione ha portato un dolore insanabile nel cuore di Janos Toth,  una soddisfazione quasi indifferente in quello della altera Paula. 

I tanti personaggi del romanzo sono i fratelli, sorelle, zie, madri e figli di questi due sposi. Le loro voci si uniscono, dando vita ad un pullulare di sensazioni, ricordi, una sorta di canto che non si spegne fino alla fine del romanzo.
Un romanzo corale, doloroso dall'inizio alla fine, eppure capace di far disperdere un calore familiare in alcuni momenti molto forte e piacevole.

Il talento della autrice mi ha folgorato quando mi sono resa conto di quanto sia brava ad aprire "porte" nelle storie, nelle case di questi personaggi. Sono porte misteriose, che conducono a segreti nascosti una vita intera, e anche a tradizioni che è bello scoprire.
Questa atmosfera mistica, legata anche alle attività manuali, al lavoro, mi ha ricordato scrittori con cui, in questo caso, non avrei mai immaginato di poter fare paralleli. Il lavoro onesto, umile e continuo dei Malavoglia e, per quanto riguarda il misticismo e i segreti, addirittura i Viceré. 

Ovviamente questi paralleli sono legati a sensazioni personali; il mondo di Magda Szabò è diverso da quello degli scrittori italiani citati. Diverso eppure stranamente vicino, palpabile. Lo è stato per me, perché ho intravisto quelle lotte intestine, a volte violente, che conosce chi fa parte di famiglie numerose.  Un mondo in cui i torti subiti, i segreti nascosti, gli amori e le liti familiari conducono a storie che si rinnovano sempre e che sono destinate a sopravvivere anche a chi ha dato loro inizio.

"Dove vivevo io c'erano esseri che nella loro vita amavano solo una volta e una sola persona, e c'erano passioni, guerre familiari, rancori, ostilità, a cui solo la morte metteva fine, e talvolta nemmeno quella, perché si lasciavano in eredità."

La scrittura di Magda Szabò è molto particolare, parlo della prosa ma anche dell'intreccio con cui la storia è costruita. Il romanzo ha uno scorrere impetuoso, e sebbene sia diviso in capitoli abbastanza brevi, io non mi rendevo quasi conto di passare da un capitolo all'altro. Ho avuto la sensazione di nuotare, a volte lasciarmi trascinare e alla fine di raggiungere la riva quando captavo i segreti più nascosti. La notte dell'uccisione del maiale è il tipo di lettura in cui l'autore sussurra segreti, li nasconde, e poi il lettore deve essere abbastanza interessato per voler capire. 

Il finale è drammatico, intenso e amaro. Tuttavia, mentre vengono irreparabilmente chiuse delle porte, lo spiraglio di un'altra viene lasciato aperto. Qualcuno va via per sempre, qualcun altro trova un nuovo nido familiare. Mi è piaciuto tantissimo e ne consiglio la lettura.












Nessun commento:

Posta un commento